giovedì 24 maggio 2012

L'inferno della coppia: "Porco mondo" della Compagnia Biancofango

La violenza dentro la casa. La voglia che ti scoppia dentro e prende una brutta piega, sbattendo le ali contro le pareti di una stanza serrata a chiave. Mentre fuori cade la neve. Tutte le minime pieghe di questo massacro – che si infligge e ci si infligge – diventano danza macabra per corpo e volto. Millimetro per millimetro, secondo per secondo. Il lavoro che Francesca Nacrì (fuori scena), Aida Talliente e Andrea Trapani (in scena) fanno in Porco mondo, il nuovo spettacolo della compagnia Biancofango, è di una esattezza che sfiora il mostruoso. Il bel testo di Francesca Macrì (anche regista) e Andrea Trapani si metamorfizza negli elementi di una scena minima, elettrica. Il movimento scomposto del maschio che in canottiera e mutande chatta con una ragazzina di tredici anni, la follia monologante della moglie che si traveste da Marilyn ma finirà con il mangiare se stessa, sotto lo sguardo catatonico del marito. E’ la notte di Natale. La mollezza della provincia si pianta di traverso negli angoli sporchi e dannati di questa casa abitata da due anime in pena. Come mosche, come cani randagi, come resti di esseri umani, quest’uomo e questa donna si umiliano nel ritmo greve delle ore che non passano mai, fino allo stupro domestico del finale, che nessuno forse chiamerebbe stupro ma lo è, nel suo accennare ad un contatto mortificante, rapporto subìto e inflitto senza desiderio, per viltà, per oscuro istinto che si sfoga sulla donna assegnatoci per contratto. Per tutta la durata dello spettacolo, luia è agito da un meccanismo brutale che si incanta in un dondolio osceno del sesso in tempesta. Come una flagellante dei sacri misteri, lei si infligge punizioni fisiche, in una scena da manuale che si replica due volte: quando ingoia il panettone e quando beve da sola lo spumante. Impossibile distogliere lo sguardo da questa attrice travestita goffamente da Marylin: quello che è capace di fare sul palco è pura scrittura di psiche e soma: un corpo rabelaisiano che divora mentre si fa divorare, che si accende e si spegne nell’estasi di uno scempio quotidiano, in una altalena fantastica tra tecnica attoriale e dono assoluto di sé. Aida Talliente, tenetevi bene in mente questo nome, è la rivelazione del teatro italiano. (Porco mondo ha debuttato al Palladium di Roma, all’interno della rassegna “Teatri di vetro”. Per le repliche, www.biancofango.it)

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